Stando ai dati resi noti dal Governo il 19 gennaio, nel 2022 il Giappone ha registrato un deficit commerciale annuale record pari a 19.970 miliardi di Yen (155,27 miliardi di USD), superando il record precedente registrato nel 2014 di 12.820 miliardi di Yen. A far lievitare i costi delle importazioni l’impennata dei prezzi di energia e materie prime, e uno Yen sceso ai livelli più bassi in oltre tre decenni rispetto al dollaro statunitense, con un valore medio annuale di 130,77 Yen. Da un rapporto preliminare pubblicato dal Ministero delle Finanze giapponese, nel 2022 il valore delle importazioni è cresciuto del 39,2%, attestandosi su una cifra record di circa 118.160 miliardi di Yen, trainato da petrolio greggio, carbone e gas naturale liquefatto. Le esportazioni, invece, sono cresciute del 18,2% a circa 98.190 miliardi di Yen, anch’esse ad un livello record, grazie all’aumento delle spedizioni di automobili e acciaio. Va notato, tuttavia, che nel mese di dicembre il divario commerciale si è ridotto a 1.450 miliardi di Yen, infrangendo il tetto dei 2.000 miliardi di Yen per la prima volta in cinque mesi. Le importazioni sono aumentate del 20,6% rispetto a un anno fa, mentre le esportazioni sono cresciute dell’11,5%. Anche la ripresa dello Yen sul dollaro nello stesso mese ha contribuito a ridurre i costi delle importazioni. I prezzi del petrolio, inoltre, sono fermamente in calo, un altro fattore positivo per il Giappone che dipende principalmente dall’estero per gli approvvigionamenti di energia. (ICE TOKYO)
Fonte notizia: JAPAN TIMES