Il Giappone si trova ad affrontare una carenza di succo d’arancia. All’inizio di aprile, Megmilk Snow Brand, il distributore giapponese dei succhi “Dole”, ha sospeso le vendite del succo “Dole Orange 100%” in cartoni da 450 ml e da un litro, lasciando come unica opzione la confezione da 200 millilitri. Il 25 aprile, anche Morinaga Milk, distributore giapponese di “Sunkist”, ha annunciato che sospenderà le vendite dei cartoni da 200 ml. di “Sunkist 100% Orange” una volta esaurita l’attuale fornitura di ingredienti.
All’origine della carenza il fatto che il Giappone importa circa il 90% del suo succo d’arancia. Esso è in gran parte prodotto da frutta coltivata in Brasile, Paese dove nel 2023 i raccolti hanno subito notevoli danni a causa della pioggia e della diffusione epidemica di una malattia degli agrumi. Nell’economia mondiale post-pandemia, inoltre, la domanda di succo d’arancia aumenta con un conseguente rincaro dei prezzi. Sfortunatamente, questo coincide con l’attuale crollo del valore dello Yen rispetto alle valute estere.
Stando alle statistiche pubblicate a marzo dal Ministero delle Finanze del governo giapponese, il prezzo in Yen per l’importazione di succo d’arancia è aumentato del 69% rispetto a un anno fa ed è raddoppiato dal 2019, rendendone difficile l’importazione per le aziende giapponesi.
Di fronte a costi elevati legati all’importazione di un prodotto popolare, la soluzione più semplice potrebbe essere quella di produrlo a livello nazionale. In Giappone, tuttavia, tale strada non e’ percorribile in quanto la coltivazione degli agrumi si concentra principalmente sulla varieta’ “mikan”, una sorta di mandarino non particolarmente adatto alla produzione di succhi. Nonostante ciò, il succo di “mikan” ha cominciato ad essere utilizzato in abbinamento al succo d’arancia. (ICE TOKYO)
Fonte notizia: Japan Today