Nel mese di dicembre le esportazioni e le importazioni di merci del Giappone hanno raggiunto livelli record sulla base di un’accresciuta domanda di automobili e del rincaro dei prezzi dell’energia. In base ai dati preliminari rilasciati dal ministero delle Finanze, le esportazioni hanno segnato un aumento del 17,5% rispetto al 2020, attestandosi a 7.900 miliardi di yen (61,2 miliardi di euro) mentre le importazioni sono cresciute del 41,1% con un valore di 8.500 miliardi di yen (65,8 miliardi di euro). Il deficit commerciale che ne è derivato è pari a 582,4 miliardi di yen. Nonostante la rapida diffusione della variante Omicron del Coronavirus in Europa e negli Stati Uniti in dicembre, l’impatto sulle esportazioni del Giappone verso questi paesi è stato limitato. Secondo il Norinchukin Research Institute “con la pandemia, si è verificata una diminuzione della domanda di servizi ma una crescita della domanda di beni”. L’Istituto ha anche affermato che “poiché Giappone, Europa e Stati Uniti commercializzano beni finiti anziché componenti, la diffusione della variante Omicron ha avuto un effetto limitato sulle esportazioni”. Anche il deprezzamento dello yen ha contribuito a far crescere le esportazioni. Secondo il Ministero delle Finanze, la valuta giapponese si è indebolita del 9,5% contro il dollaro americano rispetto ad un anno prima, con un cambio medio di 113,95 yen per 1 dollaro a dicembre. Considerando i paesi destinatari, si nota che le esportazioni verso la Cina, il principale partner commerciale del Giappone, sono salite del 10,8% mentre quelle verso gli Stati Uniti hanno segnato un +22,1%. (ICE TOKYO)
Fonte notizia: Mainichi SHIMBUN