Le aziende giapponesi stanno aumentando la loro presenza nel settore delle alternative alla carne e al pesce, posizionandosi solo dietro agli Stati Uniti per quanto riguarda il valore dei brevetti relativi a un settore che si prevede crescerà rapidamente con l’aumento della popolazione mondiale.
Tre aziende giapponesi si sono classificate tra le prime 20 organizzazioni: Fuji Oil, Amano Enzyme e Nissin Foods Holdings. Amano Enzyme, che produce enzimi farmaceutici, si è piazzata al sesto posto. Ha richiesto un brevetto per l’utilizzo di proteine vegetali trattate con enzimi nelle bevande al caffè come sostituto del latte.
La seconda classificata, Fuji Oil, detiene brevetti per la produzione di burro e formaggio a base vegetale. È leader nel mercato delle proteine sostitutive da quando ha iniziato a vendere un sostituto della carne a base di soia nel 1969. Nel 2022, l’azienda ha lanciato un prodotto a base di carne di soia che si avvicina alla carne vera per consistenza e sapore e che può essere cotto alla griglia e fritto.
Nissin, al 16° posto, è la prima azienda giapponese a creare carne commestibile coltivata in laboratorio e mira a produrre bistecche coltivate da cellule muscolari di mucca entro il 2025. Nissin detiene brevetti di alternative alla carne a base di soia e grano, nonché di processi che avvicinano il sapore delle proteine di origine vegetale a quello della carne.
Il Mitsubishi Research Institute giapponese (https://www.mri.co.jp/) prevede che il mercato della carne coltivata in laboratorio raggiungerà i 138.000 miliardi di Yen (880 miliardi di Dollari) nel 2050, aumentando di 12 volte rispetto al 2025 e costituendo il 57% del mercato totale della carne. Le proteine alternative sono viste come un’integrazione dell’offerta alimentare globale, in un contesto di crescente preoccupazione per la sostenibilità dell’allevamento degli animali. Potrebbero inoltre contribuire a ridurre le emissioni di metano e di altri gas serra prodotte dagli allevamenti. (ICE TOKYO)
Fonte notizia: Nikkei Asia