Il governo giapponese collaborerà con Mitsubishi Materials ed altre aziende per creare circa 10 hub specializzati nel riciclo dei rifiuti elettronici, nel tentativo di evitare che rame ed altre risorse metalliche vengano spedite all’estero. Il piano prevede una spesa di 30 miliardi di Yen (191 milioni di USD) in tre anni volta a supportare le aziende ad investire nelle strutture. Il progetto sarà incluso in un apposito piano d’azione che dovrebbe essere adottato dal governo già questo mese.
Il governo fisserà anche un nuovo obiettivo di riciclo di 500.000 tonnellate di rifiuti elettronici entro il 2030, con un aumento del 50% rispetto al 2020. La domanda di questi metalli è destinata ad aumentare visto che a livello globale ci si orienta verso la decarbonizzazione dell’economia e in considerazione dell’evoluzione della tecnologia digitale. Il rame è utilizzato negli elettrodi per i pannelli solari, nei cavi per i parchi eolici offshore e nei veicoli elettrici. Metalli come il litio, il nichel e il cobalto sono utilizzati nelle batterie dei veicoli elettrici.
Stando alle statistiche commerciali rese note dal Ministero delle Finanze, nel 2023 le esportazioni di rottami di rame sono state pari a 402.887 tonnellate, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente e superando la soglia delle 400.000 tonnellate per la prima volta in 14 anni. D’ora in poi il Giappone cercherà di mantenere il rame e le altre risorse in patria.
Solo pochi Paesi sono in grado di riutilizzare i rifiuti elettronici in modo efficiente. Il Giappone è il primo riciclatore tra i membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e nel 2020 ha sottoposto a riutilizzo circa 350.000 tonnellate di tali rifiuti. Di essi, i rifiuti elettronici importati rappresentano il 40%. (ICE TOKYO)
Fonte notizia: NIKKEI ASIAN REVIEW