Gli stilisti riscoprono il fascino del “giapponismo”, in vista dei Giochi di Tokyo.
Armani confessa la sua attrazione per l’estetica del Sol Levante, mentre sta per sbarcare a New York la mostra curata da Dominella (Gattinoni): “Una fucina di tendenze e di stili.
ANTONIO MARRAS CELEBRA LA FUSIONE TRA L’ORIENTE E LA SUA SARDEGNA, MENTRE UNIQLO HA APERTO UN MEGASTORE A MILANO.
OCCHI PUNTATI SUL VIVACE QUARTIERE DI HARAJUKU DA CUI TRAGGONO NUOVA LINFA VITALE MARCHI COME SACAI E UNDERCOVER
Gli stilisti riscoprono il fascino del “giapponismo”, in vista dei Giochi di Tokyo. Armani confessa la sua attrazione per l’estetica del Sol Levante, mentre sta per sbarcare a New York la mostra curata da Dominella (Gattinoni): «Una fucina di tendenze e stili» Kimono mania la passerella è Nippon chic ANTONIO MARRAS CELEBRA LA FUSIONE TRA L’ORIENTE E LA SUA SARDEGNA, MENTRE UIO HA APERTO UN MEGASTORE A MILANO IL FENOMENO Ipiù attenti cacciatori di tendenze a venire, l’hanno etichettata come “Giappone mania”: un’ondata travolgente in arrivo dal Paese del Sol Levante che proprio quest’estate ospiterà le Olimpiadi di Tokyo 2020, per cui sono attesi nella capitale nipponica oltre 600 mila spettatori.
Che soffiasse un vento d’oriente era di facile intuizione curiosando già sulle passerelle dell’autunno-inverno 2019/20 e lo è ancor di più passando in rassegna le proposte per la prossima primavera-estate, con gli stilisti che riscoprono il fascino, peraltro mai sopito, del “giapponismo” in salsa fashion che guarda a una tradizione ricca di mistero, lasciandosi contagiare allo stesso tempo, dallo stile di strada di Harajuku, lo stravagante e vivace quartiere giovane della metropoli. MINIMAL Intanto lo scorso settembre ha alzato le serrande a Milano il primo store in Italia targato Uniqlo, il marchio dall’inconfondibile stile minimal chic che fa capo al gruppo giapponese Fast Retailing. E sempre a Milano sulle passerelle del prêt-à-porter per il prossimo autunno-inverno 2019/20 era stata la collezione di DCCHI PUNTATI SUL VIVACE QUARTIERE DI HARAJUKU DA CUI TRAGGONO NUOVA LINFA VITALE MARCHI COME SACAI E UNDERCOVER Emilio Pucci a mettere in valore dettagli e rimandi alla cultura giapponese, tra foulard di seta plissé, mantelle asimmetriche e chemisier dalle maniche stile kimono, il tutto condito dalla tonalità del rosa da fioritura dei ciliegi.
Guarda a Oriente, Antonio Marras che per la prossima primavera-estate 2020 celebra l’incontro tra il Giappone e la sua Sardegna, in una sfilata allestita alla stregua di una performance teatrale scandita da vecchie stampe del Sol Levante che dialogano con i ricami della migliore tradizione sarda, tra cappotti e immancabili kimono. «Ho per il Giappone, il suo senso della bellezza, l’estetica morbida e al tempo stesso inflessibile, un’attrazione profonda, che si può ritrovare declinata in alcuni aspetti del mio pensiero» ha dichiarato Giorgio Armani lo scorso maggio, in occasione della presentazione della sfilata Cruise 2020 proprio a Tokyo. Una sorta di show con dedica al Giappone, in occasione dell’inaugurazione della rinnovata Ginza Tower.
E sempre a Tokyo, nei saloni dell’Istituto Italiano di Cultura sotto l’egida dell’Ice, ha fatto tappa la mostra Giapponizzati. Racconti di un viaggio di moda curata da Stefano Dominella, Presidente di Gattinoni, che partita dal Castello di Santa Severa alle porte *** di Roma si prepara a sbarcare a New York. «Il kimono ha influenzato la cultura della moda fin dal 1500 quando la famosa manica a kimono venne creata e tagliata dopo l’arrivo in Italia di Hasekura Tsunenaga, primo ambasciatore giapponese presso il Vaticano», racconta Dominella. «Era un uomo così influente che il suo modo originale di abbigliarsi venne ripreso dalle dame nobili del tempo che sopra gli abiti sontuosi di broccato, indossavano degli spolverini dal taglio a kimono», continua il curatore, spiegando come alla fine dell’Ottocento con la nascita del giapponismo quale stile sofisticato, il kimono abbia preso un posto di prim’ordine nella moda, tanto che Paul Poiret ai primi del ‘900 ne fece la base del suo iconico stile. «Da ieri a oggi, il Giappone si conferma una vivace fucina di tendenze e stili — conclude Dominella – una giornata nel quartiere di Harajuku — il più vivace e giovane – è d’obbligo per ogni appassionato di moda: il quartiere è un susseguirsi di insegne di giovani designer e rimandi alla tradizione, testimoniando la capacità del Giappone di rielaborare e reinterpretare la ricchezza del passato». SUB CULTURE Ed è proprio dalle vivaci sub culture che popolano la zona di Harajuku, che traggono linfa vitale i marchi nuovi della scena giapponese saliti sul palcoscenico della moda internazionale.
Nomi come Sacai e Undercover vengono infatti segnalati tra le realtà contemporanee da tenere d’occhio, rappresentando la nuova avanguardia giapponese cresciuta alla scuola di Rei Kawakubo, la stilista (il cui marchio Comme des Garçons ha festeggiato i 50 anni anni nel 2019) che insieme a Yohji Yamamoto e Issey Miyake, nel pieno degli anni Settanta si è imposta per il suo minimalismo estremo, decostruendo l’abito con sovrapposizioni di tessuti e giochi di volumi e abbattendo così le barriere estetiche tra Oriente e Occidente.
Silvia Cutuli L’attrice Naomi Watanabe accanto a Chiara Ferragni *** A fianco. da sinistra. il kimono soprabito indossato da Heidi klttm. un abito di Emilio Pucci e Marion Cotillard con un soprabito Balmain I tabi boots tenuti a battesimo nel 1998 da Martin Margiela ispirati alle calze di cotone giapponesi A sinistra, tripudio di kimono e stampe di ispirazione giapponese secondo Antonio Marras.
Il Messaggero, 17 gennaio 2020, pag. 19 foglio 1/3