Tutte e sette le principali trading company giapponesi hanno registrato profitti di gruppo record nell’anno fiscale 2021, favorite in parte dall’aumento dei prezzi delle risorse. Sei delle società, tuttavia, hanno previsto un calo degli utili netti per l’anno fiscale in corso, legato alle incertezze sulle prospettive del conflitto in Ucraina e alla prevista fine dell’impennata dei prezzi delle risorse. Mitsubishi Corp. è in testa alla classifica, per la prima volta negli ultimi due anni, registrando un utile netto di 937,5 miliardi di yen, pari ad un aumento di circa 5,4 volte rispetto all’anno precedente. Mitsui & Co. ha registrato un utile netto di 914,7 miliardi di yen, con un aumento di 2,7 volte. L’utile netto di Itochu Corp. è raddoppiato a 820,2 miliardi di yen grazie all’aumento dei prezzi delle risorse. Marubeni Corp. ha registrato un utile netto di 424,3 miliardi di yen, con un aumento del 90,1%, mentre Toyota Tsusho Corp. e Sojitz Corp. hanno visto i loro utili netti aumentare rispettivamente del 65,1% a 222,2 miliardi di yen e triplicare a 82,3 miliardi di yen grazie all’aumento dei prezzi delle risorse o alle forti vendite di automobili. Sumitomo Corp., che aveva subito una perdita netta nell’anno fiscale 2020 a causa dell’interruzione delle attività minerarie all’estero, ha registrato un utile netto di 463,6 miliardi di yen. Dei sette operatori, soltanto Sojitz prevede una crescita degli utili netti del 3,2% nell’anno fiscale 2022 mentre le altre sei aziende si aspettano cali compresi tra il 5,5% e il 20,2%. (ICE TOKYO)
Fonte notizia: Mainichi Shimbun