L’azienda giapponese di elettronica Seiko Epson ha in programma di lanciare un’attività di riciclo degli indumenti basata sulla sua tecnologia di riciclo della carta a partire dal 2025, quando entrerà in vigore il divieto dell’Unione Europea di distruggere gli indumenti invenduti.
I metodi di riciclo convenzionali tagliano i vestiti con una lama rotante per estrarre le fibre, ottenendo tuttavia un tasso di recupero delle fibre di solo il 10% circa. Il metodo di Seiko Epson, invece, pare sia in grado di recuperare oltre il 50% delle fibre e in futuro l’azienda punta a raggiungere il 100%.
Stando al Parlamento europeo, nel 2020 la produzione mondiale di abbigliamento e’ stata pari a 109 milioni di tonnellate, con un aumento fino a 145 milioni di tonnellate previsto per il 2030. L’UE è all’avanguardia nelle normative per la riduzione di questo tipo di rifiuti e le sue iniziative potrebbero avere un effetto a catena a livello globale. In Giappone, il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria ha avviato le discussioni sulla creazione di regole per la riduzione dei rifiuti e ha pubblicato a settembre un rapporto che delinea i vari problemi e rileva le misure di miglioramento, tra cui il riciclo e il riutilizzo degli indumenti.
Anche le aziende produttrici si stanno orientando verso il miglioramento delle prestazioni in questo settore. Fast Retailing, l’azienda del marchio di abbigliamento casual Uniqlo, ha iniziato una collaborazione con il produttore di materiali Toray, che ha dato origine nel 2020 al lancio dei piumini riciclati. Dalle giacche usate che vengono raccolte nei negozi, vengono rimosse le piume che, sottoposte ad un processo di pulitura, possono essere riutilizzate. (ICE TOKYO)
Fonte notizia: NIKKEI ASIAN REVIEW