Apre la sessione il Presidente di parte italiana del Business Group, Umberto Agnelli.
Brevi gli interventi dell’Ambasciatore giapponese a Roma, Shinichiro Asao e del Presidente dell’ICE Marcello Inghilesi.
Il primo riafferma il ruolo importante del Business Group ai fini dell’incremento della collaborazione industriale tra i due paesi e ricorda che sono in atto in Giappone misure per la riduzione delle barriere esistenti nell’insediamento di investimenti stranieri e per l’agevolazione degli investimenti giapponesi all’estero.
Il Presidente dell’ICE, nel commentare con soddisfazione le cifre dell’interscambio commerciale tra i due paesi, si sofferma sul fitto calendario di interventi che l’Istituto ha in programma sul mercato giapponese.
Chiude la sessione plenaria il Presidente del JETRO, Teruaki Mizonoue.
Anche nel suo intervento viene sottolineata la soddisfazione per lo stato dei rapporti bilaterali.
Il totale dell’interscambio nel 1989 è ammontato a 6,6 miliardi di US$, mentre era appena di 3,22 miliardi di US$ nel 1986.
Nei primi 8 mesi del 1990 le esportazioni italiane verso il Giappone sono aumentate di oltre il 50%.
Ciononostante, rileva Mizonue, l’interscambio si pone ancora su livelli piuttosto limitati.
Quanto ai settori che più hanno mostrato segni di vitalità nel primo semestre del ’90, vengono citati:
- Macchinari del settore cartario ed automobili.
Alfa Romeo e Ferrari hanno venduto per un totale di 165 milioni di US$ e la quota italiana sul mercato giapponese è passata dal 2,7% al 5,7% (superando, a quanto sembra, quella francese). - Abbigliamento e moda in genere.
Resta il settore di maggior successo - Macchine per imballaggio
Le importazioni dall’Italia hanno raggiunto i 35 milioni di US$. - Settore alimentare
Il cibo italiano diventa di giorno in giorno più popolare in Giappone: sono infatti ben 500 i ristoranti italiani e 1000 quelli che propongono cucina italiana.
Dott. Umberto Agnelli Presidente Italy-Japan Business Group
In uno scenario critico dell’economia mondiale, che rischia di rallentare il processo di globalizzazione, solo con grandi investimenti si possono operare grandi trasformazioni.
Le singole imprese hanno difficoltà a sostenere da sole questi investimenti.
Il Business Group, ad un anno dalla sua costituzione, si trova a dover dimostrare il proprio ruolo effettivo.
Questo “foro permanente tra uomini d’impresa uniti nella volontà di collaborare” (come viene definito il B.G.) si confronta su tre terreni di verifica:
- Cooperazione fra imprese italiane e giapponesi in paesi terzi (Europa dell’Est e Asia Sud Orientale in particolare. Il momento pare favorevole per iniziare a lavorare insieme ed attuare sinergie su quest aree che vanno viste come nuove frontiere dello sviluppo e della globalizzazione.
- Investimenti giapponesi in Italia, sotto forma di joint ventures od altro. Il 70% delle imprese giapponesi già impegnate in Italia dichiara che non esistono differenze tra l’operare in Italia e negli altri paesi CEE.
- Collaborazione alla rimozione degli ostacoli che sussistono in Giappone nei confronti degli investimenti stranieri.
Interviene il Presidente di parte giapponese, Yoshitoki Chino, presentando in sintesi il programma dei tre “workshops” in cui si artola il B.G.:
- Analisi di mercato – Viene costatato l’incremento delle importazioni giapponesi dall’Italia e degli investimenti giapponesi in Italia.
- Joint ventures in Italia e in Giappone – E’ un terreno non facile per le difficoltà che intervengono per il diverso modus operandi di italiani e giapponesi.
- Cooperazione su mercati di paesi terzi – In particolare, poichè l’Italia rimane un partner privilegiato dei Paesi dell’Est Europeo, offre a Tokyo una via preferenziale per investire in Europa Orientale.
Ultimando il suo intervento, Chino invita i presenti a considerare altri due aspetti di grande interesse:
- l’attuazione di un programma di scambio tra giovani businessmen di entrambi i paesi;
- promozione e scambio interculturale tra i due paesi.
Intervento del Ministro Renato Ruggiero
Sono stati compiuti importanti progressi nel primo anno di attività del Business Group.
Ciò rispecchia il positivo andamento dei rapporti commerciali tra i due paesi.
Nel periodo gennaio-settembre 1990 le esportazioni italiane in Giappone sono aumentate del 49,2%, assicurando all’Italia una quota del 2,29% dei prodotti importati dal Giappone.
Un anno addietro la quota era appena dell’1,80%.
Al contempo le importazioni italiane dal Giappone sono cresciute del 32,1%.
Ruggiero passa quindi velocemente in rassegna quattro punti che vale la pena di approfondire:
- Ampliamento della gamma dei prodotti nell’interscambio commerciale tra Italia e Giappone.
- Incremento degli investimenti diretti nei due paesi ed aumento delle joint ventures.
- Miglioramento della collaborazione tra piccole e medie imprese italiane e giapponesi, attraverso interventi per l’abbattimento degli alti costi di viaggio e di installazione di strutture in Giappone.
Alle imprese italiane potrebbe giovare la costituzione di strutture permanenti in Giappone con qualificati managers giapponesi in pensione. - Incremento della cooperazione di Italia e Giappone in paesi terzi, in particolare dell’est europeo ed in quelli in via di sviluppo.