L’Italy-Japan Business Group è un organismo creato dalle comunità imprenditoriali italiana e giapponese, con il patrocinio dei rispettivi Ministri per il Commercio con l’Estero (MCI e METI), per promuovere una maggiore cooperazione industriale tra i due Paesi.
Riunitosi in Sessione Plenaria per la prima volta a Tokyo il 24 ottobre 1989 l’IJBG, presieduto nelle passate quindici edizioni dal Dr. Umberto Agnelli, ha posto le basi per una proficua attività da svolgere in comune, avviando un processo la cui gestione operativa è stata affidata ad un Gruppo di lavoro costituito da qualificati esponenti delle due comunità imprenditoriali: riunendosi una volta all’anno – alternativamente in Italia e in Giappone – viene considerato come una valida sede istituzionale per la definizione di iniziative di cooperazione.
L’Ing. Sergio Pininfarina, nuovo Presidente dal luglio del 2004, ha costituito un board consultivo in merito alle attività che l’IJBG intende sviluppare nel breve/medio periodo. I componenti del gruppo di lavoro sono: Diana Bracco de Silva, Alessandro Benetton, Giancarlo Cerutti, John Elkann, Matteo Montezemolo, Luigi Rossi di Montelera, Beniamino Quintieri, Riccardo Varaldo.
Sul lato giapponese il cc-presidente è Yoshiharu Fukuhara, attuale Presidente della Shiseido.
La Segreteria Organizzativa è stata collocata presso l’ICE di Roma – Area Relazioni Esterne e il Jetro di Tokyo.
Sulla base dell’attività svolta congiuntamente l’IJBG si propone di individuare:
- le possibili aree e le forme di collaborazione (sul piano industriale e dei servizi), per favorire lo sviluppo di accordi e di joint-ventures,
- gli ostacoli che si frappongono ad un incremento dell’interscambio bilaterale ed allo sviluppo degli investimenti e le opportunità offerte dai rispettivi “sistemi Paese” anche verso mercati terzi.
A livello nazionale, all’interno delle rispettive Comunità di affari, l’IJBG si propone inoltre di:
- costituire un luogo di riflessione e di scambio di esperienze vissute da imprenditori italiani e giapponesi interessati ad ampliare ed approfondire i rapporti di affari con partnerdell’altro Paese;
- promuovere la più approfondita conoscenza del sistema Giappone tra le aziende italiane e cogliere, nel contempo, le esigenze delle medesime per un più proficuo sviluppo della collaborazione con quelle giapponesi.
Ritengo molto importante che i rapporti commerciali tra Italia e Giappone trovino il modo di fare un salto non solo quantitativo ma anche qualitativo e ritengo quindi che un gruppo come questo IJBG che voi avete insieme messo in piedi, sia uno strumento molto importante, molto adeguato per capire quali sono le opportunità che si offrono ai nostri due Sistemi Paese.
Ringrazio quindi il Vice Ministro Toshiaki Kitamura ed il Presidente dell’IJBG, Sig. Yoshiharu Fukuara, che sono molto contenta di conoscere in questa occasione.
L’IJBG indubbiamente rappresenta un importante foro di incontro tra le imprenditorie dei due Paesi e quindi, come detto, può essere considerato uno strumento adeguato e molto utile per approfondire le conoscenze reciproche tra le due realtà economiche.
A prima vista le nostre due realtà economiche, italiana e giapponese, si presentano molto diverse. L’attività imprenditoriale italiana è piuttosto caratterizzata da piccole e medie imprese, anche se ci sono anche grandi imprese, mentre quella giapponese, a prima vista, si presenta come una economia che è innanzitutto basata su grandi gruppi; una economia dove il ruolo della piccola e media impresa svolge un ruolo sostanzialmente di subfornitrice. I nostri due sistemi produttivi sono abbastanza diversi ma a mio avviso non vuol dire che sono confliggenti. Al contrario, da una analisi migliore dei due sistemi, potrei dire che possono essere complementari nel tipo di sbocco possibile che dobbiamo avere.
Se poi guardiamo ai dati, viene fuori che, nonostante un impegno comune e credo anche a un’ottima percezione che le nostre rispettive opinioni pubbliche hanno dei nostri due Paesi, non c’è assolutamente una percezione pregiudiziale né da parte vostra né da parte nostra; quindi, anche i rapporti politici sono tradizionalmente molto buoni. Rimane il fatto che penso si possa fare ancora molto nei campi della collaborazione nei settori economici di punta e dei flussi di investimenti diretti reciproci. Il nostro interscambio Italia-Giappone va bene, ma credo che, anche solo dal punto di vista quantitativo, oggi siamo sostanzialmente ad un export di 5,5 miliardi di dollari e ad un import di 4,4 più o meno. Io credo che c’è margine per uno sviluppo molto più grande e più approfondito.
Tradizionalmente il commercio tra Giappone e Italia ha un andamento, come dicevo prima, soddisfacente, anche se esistono settori che sono più problematici e che dovremmo analizzare reciprocamente meglio. Mi riferisco alle collaborazioni industriali tipo società miste, alleanze, Joint Ventures . Lì, mi pare, c’è ancora credo qualche problema da superare, tenendo conto che stiamo parlando di rapporti tra due economie molto importanti; la vostra è la seconda e la nostra la sesta economia mondiale. Quindi stiamo parlando sostanzialmente di due Paesi grandemente avanzati.
Anche gli investimenti italiani diretti in Giappone e viceversa sono per ora limitati. Credo sia questo un altro settore in cui è possibile fare di più. Ora penso che anche la specializzazione delle nostre economie, entrambe votate sempre di più a livelli medio alti del processo produttivo tradizionale ed anche ai settori dell’ ICT ed alle nuove tecnologie, possa determinare, per esempio in questi settori, utilissime possibilità di collaborazione. Mi riferisco non solo ai settori tradizionali ma credo che anche quelli della tecnologia per biotecnologie o nanotecnologie possono essere settori di grandissimo interesse reciproco.